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L’incontro con Luigi Picheca

 di  Ana-Maria Muntean

 

La vita è fatta di persone, di cose e d’incontri. Non so che vie misteriose della vita mi hanno portato a incontrare Luigi.
A dire la verità, prima di conoscerlo ero molto ansiosa. Non avevo mai incontrato una persona affetta da SLA, né sapevo cosa volesse dire questa diagnosi così strana. Sapevo solo che Luigi riesce a comunicare esclusivamente muovendo gli occhi e che io dovevo leggere la loro danza con l’aiuto di una tabella. Sembra un po’ difficile, no? E all’inizio lo è stato, tenendo conto anche del fatto che non sono madrelingua italiana.

Ma poi è successa una cosa straordinaria: l’incontro.

Luigi è quel tipo di persona che vedi una sola volta nella vita e non riesci più a dimenticare. Mi è piaciuto da subito e tutte le mie ansie sono sparite come per incanto. Abbiamo scoperto che ci piace lo stesso romanziere e da qui, piano, piano, tra di noi si è creata una relazione di empatia e di rispetto.

Ho pensato allora che dovevo provare a farlo sorridere ogni giorno. Invece è sempre lui che riesce per primo a rendere più divertenti le mie normali e ripetitive giornate, raccontandomi qualche esperienza di vita o qualche storia lontana, sepolta preziosamente nella sua inesauribile memoria. Perché poi, Luigi è una persona senza età. Un giorno sembra il più dolce e sincero bambino, un altro giorno riesce a essere l’adolescente ribelle e spietato, un altro ancora, può essere l’adulto sempre responsabile, fino ad arrivare al nonno saggio e dall’aria di averle viste tutte.
Ma più di qualunque altra cosa, lui ha una lucidità che molti non possiedono e tanti amici che a me mancano completamente.

Così ci aiutiamo a vicenda.
Io l’aiuto a passare i suoi pomeriggi diversamente dal solito, facendo una chiacchierata, guardando un bel film o andando a fare una passeggiata in piazza, il posto d’incontro con altri pazienti, persone molto interessanti, se hai la pazienza di ascoltare le loro storie e cosi, conoscerli. Preparo la camomilla o dividiamo insieme un buon caffè.
E lui mi aiuta in tanti modi.
Mi aiuta a sfogarmi quando la mia bambina è più capricciosa del solito e ascolta i miei problemi quando ho bisogno di essere rasserenata. A volte mi racconta storie da cui posso imparare tante cose, altre volte mi fa lezione di lingua italiana quando sbaglio le doppie o qualche coniugazione. Ogni tanto ci divertiamo copiosamente quando metto qualche accento in modo sbagliato e lui non riesce a capire cosa voglio dire. E se lo capisce fiorisce subito sulle sue labbra il sorriso malizioso che conosco tanto bene.

Ma Luigi ha anche un altro tipo di sorriso, anzi, lui sorride sempre! Anche quando riesce a respirare a malapena. È il sorriso paterno, che a me manca tantissimo, visto che i miei genitori abitano lontano e ci si vede forse, una volta l’anno. Può essere perché anche lui riesce a vedere sua figlia raramente. Lei vive in Australia e viene sempre a visitarlo, ma io so che non è uguale. O forse è il sorriso della vita stessa che nonostante tutto riesce sempre a sorprenderti.

Luigi è una persona molto speciale e, se non mi credete, venite a conoscerlo. Così potrete ascoltare una bella battuta, scambiare due parole, gustare qualche ironia, spendere tempo di qualità o avere una rivelazione. A voi la scelta!

 

PS: Se non siete Juventini, state alla larga!

L’incontro è uno scambio di doni, uno scintillio di colori:
insieme nel rispetto, uno di fronte all’altro, liberi di essere ciò che si è.