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Albano Carrisi, alias Al Bano, mercoledì 19 ottobre, ha incontrato gli ospiti di SLAncio, la casa che accoglie persone malate di SLA e in Stato Vegetativo. Inoltre ha fatto visita agli anziani della Residenza San Pietro e dell’Hospice, strutture gestite dalla Cooperativa La Meridiana.
Per gli ospiti ha cantato due canzoni di Domenico Modugno e naturalmente due suoi grandi successi: Il sole e Felicità. Tutti hanno apprezzato la sua voce, ma soprattutto la sua simpatia e la disponibilità nei confronti di anziani e malati. Senza mai separarsi dal suo cappello, Al Bano ha abbracciato pazienti e familiari, ha firmato autografi, si è fatto fotografare.
Il noto cantante pugliese ha mostrato tanta solidarietà verso chi soffre e verso chi ha subito un destino scomodo e pieno di dolore. Al Bano ha potuto anche constatare come la vita sia sempre più forte perché a SLAncio, alla San Pietro, all’Hospice c’è sempre amore, dolcezza, comprensione.
Ha incontrato molte persone. Da una stanza all’altra senza mai dire di no. Turbato nel constatare tanto dolore, ma sollevato dalla consapevolezza di trasmettere consolazione attraverso le sue canzoni e la sua musica.
Ti sei emozionato di più qui a SLAncio o prima di un concerto?
Le emozioni sono molto diverse. In un concerto sai cosa ti aspetta. Quando incontri la sofferenza, invece, come qui a SLAncio, quando vedi corpi inermi, immobili colpiti dalla SLA o in Stato Vegetativo avverti la rabbia, sorgono molte domande, ti senti impotente. Ti confronti, insomma, con le incognite della vita quelle che non vorresti mai incontrare e che ti immettono, tuo malgrado, nel tunnel del dolore. L’incontro di oggi mi ha ricordato quelli con il Cardinal Martini quando egli era malato. Ha voluto che gli cantassi l’Ave Maria di Gounod e l’ho fatto nella cappella della struttura dove il Cardinale era ricoverato.
Martini era un uomo di grande statura, illuminato e, malgrado la malattia, la sua mente era lucida, ricca di pensieri e riflessioni profonde e toccanti, quelle che aiutano a trovare maggior senso alla vita. Oggi qui a SLAncio è stata la stessa emozione: persone imprigionate nel corpo ma illuminate nello spirito. Credo molto ai simboli e ai valori cristiani: la croce ha due segmenti: uno verticale che rappresenta la vita e uno orizzontale che simbolizza la morte. La nostra esistenza è una continua lotta fra morte e vita fra male e bene.
Hai cantato due canzoni di Modugno: Volare e Addio amore. Perchè ?
Modugno è un mito ed anche un maestro.
Di solito sono i fans a rincorrerti, oggi sei andato tu incontro ai familiari e alle persone ospiti di SLAncio …
Si, oggi sono io che ho “rincorso”. Noi artisti siamo consapevoli di quanto la fama aiuti i malati e i sofferenti. Il successo è un traguardo importante, ma io ho deciso di condividerlo e perciò visito SLAncio e altri luoghi dove l’uomo celebra la vita nel rito della sofferenza come diceva don Verzè che ho conosciuto. La musica è la forza della vita. Quand’ero ragazzo lavoravo in campagna. Era una vita dura e la passione per la musica ha significato molto per me ed è stata anche terapia che mi ha guarito e dato slancio per intraprendere tutt’altra carriera che mi ha regalato gioia, successo, fama, ammirazione e poi, come ben sapete, anche la sofferenza, il buio, il dolore.
Scriverai una canzone dedicata a SLAncio?
Se ti dicessi di sì, mentirei e anche se dicessi no non sarei sincero. Può darsi. La vita è piena di incognite e questo è una delle poche certezze che abbiamo.
E il tuo sogno?
Vivere in un faro di un’isola greca in modo che oggi giorno possa contemplare la bellezza del mare, l’alba e il tramonto e … soffermarmi sulle tante domande che la vita ci sottopone.
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