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Maria Grazia Cucinotta dà SLAncio agli ospiti della struttura

11 Gen, 2020

Fabrizio Annaro

Mi sento fortunato, proprio fortunato. “Quando ho letto questa frase che Luigi mi ha scritto, ho dovuto rileggerla tre volte per convincermi che fosse proprio così››. Lo ha raccontato Maria Grazia Cucinotta in visita a SLAncio-RSD San Pietro la struttura della Cooperativa La Meridiana che accoglie 60 persone con SLA e in Stato Vegetativo.

Maria Grazia Cucinotta con Luigi Picheca e con gli operatori della struttura SLAncio-RSD San Pietro

‹‹Sono sei anni che conosco Luigi – spiega con entusiasmo e con bel un sorriso mediterraneo, Maria Grazia Cucinotta. – Abbiamo una bella amicizia. Un’amicizia coltivata attraverso scambi di e-mail. Quello che mi colpisce di Luigi è la sua voglia di vivere. Luigi mi trasmette un amore per la vita che mi accompagna soprattutto nei momenti più difficili. Le sue parole mi aiutano a tener i piedi per terra, a passare oltre, a superare tante situazioni e tanti piccoli problemi. Sono contenta di incontrare il mio amico Luigi e di stringere la mano agli amici di Meridiana che hanno dato vita a questa magnifica struttura, piena di umanità, amore e attenzione.››

Maria Grazia Cucinotta in dialogo con Luigi

Luigi Picheca ha 65 anni, moglie e due figli, Valerio e Federica. Nel 2007 gli è stata diagnostica la SLA. ‹‹E’ stato un momento durissimo – racconta il figlio Valerio. Ho visto mio padre peggiorare giorno dopo giorno e trasformarsi in un corpo immobile in vita grazie al respiratore. Nello stesso tempo, però, ho apprezzato anche il suo modo di reagire. La sua malattia, paradossalmente, ci ha aiutato ad essere una famiglia più unita››.

E’ un quadretto appeso alla parete della stanza di Luigi. La frase è molto significativa

Luigi da diversi anni vive a SLAncio. In questo periodo, alla RSD San Pietro, ha fatto tante cose: ha firmato articoli per una rubrica sul giornale online Il Dialogo di Monza. E’ diventato giornalista. E’ fra i promotori della redazione SLAncio che da diversi mesi pubblica articoli scritti da persone malate di SLA. Ha lanciato diversi appelli alle istituzioni. Con le sue parole, Luigi,  ha consolato e dato sollievo a parecchie persone che attraversano una situazione difficile o di sofferenza.

Valerio, figlio di Picheca, aiuta la Cucinotta ad usare la speciale lavagna che segue i movimenti oculari di Luigi.

La sua ricerca sul senso della vita non si arresta, nonostante la terribile malattia. Ma perché Luigi, malgrado la SLA, si sente fortunato?

‹‹Non è facile rialzarsi – ci spiega Luigi– dopo eventi così traumatizzanti che cambiano drasticamente la propria esistenza. Servono tempo e tanta serenità. Ho avuta la fortuna di nascere per la seconda volta. La SLA mi ha permesso di conoscere quello che non conoscevo di me stesso, la parte di me rimasta per anni nascosta, sopita. Mi mancava cioè, di conoscere in modo più profondo cosa sia la sofferenza, di addentrarmi in questa battaglia e di vincere la sofferenza. La sofferenza è una battaglia da vincere per vivere felici: la vinci accettandola. Vinci la sofferenza se accetti le situazioni difficili in cui ti puoi trovare. La mia vita è cambiata così come sono cambiato io.  Non mi vedo come un poveraccio da compiangere, ma come una persona che sta vivendo una nuova esperienza di vita, con la consapevolezza di dover lottare contro una malattia feroce come la SLA.››

Rita Liprino, Valerio e Luigi Picheca con Maria Grazia Cucinotta

E la visita di Maria Grazia Cucinotta? ‹‹Si, è stata una bella sorpresa che mi ha reso felice. Una visita molto gradita. Maria Grazia è una persona splendida, semplice e sensibile. Allegra e solare. Con lei abbiamo girato l’SMS solidale in favore  di SLAncio. La cosa bella è che, malgrado sia trascorso del tempo, siamo rimasti in contatto. Per me lei è come una sorella.››

Maria Grazia Cucinotta si è intrattenuta con altri ospiti della struttura fra cui Pippo Musso, della redazione SLAncio e autore di un libro autobiografico

 

 

 

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