Pippo Musso ci racconta cosa ha provato, durante la giornata del 21 giugno quando, di fronte a tante persone, amici, conoscenti, giornalisti, medici, operatori, ha presentato il suo libro “Ci vedremo fra cent’anni”.
Ecco la cronaca della giornata scritta con “gli occhi” di Pippo.
Oggi è la giornata dedicata alla SLA che come tutti sanno è una malattia degenerativa e per l’occasione, finalmente, dopo quasi due anni di lavoro, presento il mio libro autobiografico.
È stato scritto solo con gli occhi e con un computer bioculare studiato apposta per i malati che come me sono affetti da questa malattia e riescono a comunicare con il mondo esterno solo con l’aiuto degli occhi.
Oggi, dopo lunghi preparativi, sono molto emozionato sapendo che fra qualche ora il mio libro costatomi molto sacrificio, dal titolo ”Ci vediamo fra cent’anni”, sarà finalmente presentato al pubblico.
Saremo in compagnia di Luigi e Claudio, anche loro affetti da questa malattia, che, oltre ad essere due grandi amici, sono anche due bravi scrittori ed insieme con me presenteranno i loro brani.
Sono le 17:00, mentre faccio gli ultimi preparativi per poter essere pronto.
Sento delle voci provenire dal corridoio: amici e parenti, poco per volta, arrivano a salutarmi, farmi gli auguri, complimentarsi e scherzosamente prendermi in giro dicendomi: adesso sì che diventi ricco! Mi fanno ridere, non sapendo che la mia parte del ricavato sarà tutto donato alla struttura per l’acquisto di un autolettiga. Così, man mano, arriva sempre più gente.
È quasi l’ora e cominciamo ad incamminarci e rimanendo sempre in struttura arriviamo, per una piccola sosta, nella saletta antecedente il grande salone per dare il tempo di fare accodare tutti gli intervenuti tranquillamente.
Arriva così anche il nostro turno, facciamo il nostro ingresso entrando uno per volta e ricevendo i nostri guadagnati applausi.
Non mi aspettavo tutte quelle persone: autorità, gente dello spettacolo, fotografi, giornalisti, personale medico e paramedico, amici e parenti riempiono il salone facendoci quasi sentire dei vip, delle star!
Non mi ero mai sentito così emozionato e imbarazzato contemporaneamente sentendomi osservato da tutti. Così Riccardo-Michele, che è il nostro pranoterapeuta, cominciando a recitare un’Ave Maria dà inizio al tanto atteso evento.
Il nostro Dottor Magnoni inizia la presentazione
Poche parole facendo un piccolo accenno del testo; poi passa la parola a due attori invitati da Meridiana che cominciano a recitare la prima parte del testo che risulta ironica e simpatica.
Arrivano i primi applausi di gradimento. Tiro un sospiro di sollievo dicendomi: meno male che almeno l’inizio è piaciuto, ben sapendo che il seguito del racconto, non ancora letto, è la parte più commovente e drammatica.
Mi domando: chissà se reggerò tutte quelle emozioni?
E così gli artisti riprendono a leggere i miei brani arrivando piano piano nelle parti più sensibili, più delicate, più emozionanti anche per me che sono l’autore e che ben conosco tutto quello che ho scritto.
Trattengo il respiro cercando inutilmente di pensare ad altro per non commuovermi per le mie parole che gli attori con grande maestria stanno interpretando.
Arrivati ad uno dei momenti più toccanti, quello della tragica diagnosi della malattia, non riesco più a trattenere nel cuore le mie emozioni e come un bambino comincio a piangere senza riuscire più a fermarmi.
Mentre mi dico:” bravo, bravo Pippo! adesso si che hai veramente rovinato tutto!” vedo mia a moglie alzarsi e venirmi incontro per abbracciarmi e piangere con me;
mentre penso che oramai tutto sia perduto, il pubblico, ormai entrato nei miei sentimenti e nelle mie emozioni, mai avrei potuto immaginarlo, si alza in piedi e con un lungo applauso pieno di commozione mi fa capire d’avere gradito i miei i brani che con tanta emozione avevo scritto.
Alla fine, mentre pieno di gioia mi godo gli applausi che gli invitati mi regalano riempiendomi di coraggio e caricandomi di adrenalina, Claudio e Luigi entrano in scena per sentire recitare i loro brani che con molto impegno e molta maestria hanno scritto. Claudio con il suo brano, molto bello riceve anche lui la sua dose di meritati applausi. Ma mi spiace molto che il bravo Luigi, per una indisposizione improvvisa, lascia il salone perdendosi la gioia, lui così sensibile, di ascoltare i suoi brani certamente interessanti.