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”Ci vediamo fra cent’anni”: cronaca della presentazione del libro “vista con gli occhi” dell’autore

24 Giu, 2019

Fabrizio Annaro

Pippo Musso ci racconta cosa ha provato,  durante la giornata del 21 giugno quando, di fronte a tante persone, amici, conoscenti, giornalisti, medici, operatori, ha presentato il suo libro “Ci vedremo fra cent’anni”.

Ecco la cronaca della giornata scritta con “gli occhi” di Pippo.

Oggi è la giornata  dedicata  alla SLA  che come tutti sanno è una malattia degenerativa e per l’occasione, finalmente, dopo quasi due anni di lavoro, presento il mio libro autobiografico.

È  stato scritto solo con gli occhi e con un computer bioculare  studiato apposta  per i malati che come me sono affetti da  questa malattia e riescono a comunicare con il mondo esterno  solo  con l’aiuto degli occhi.

 Oggi, dopo lunghi preparativi, sono molto emozionato sapendo che  fra qualche  ora  il mio libro costatomi molto sacrificio, dal titolo ”Ci vediamo fra cent’anni”, sarà  finalmente presentato al pubblico.

Saremo  in compagnia di Luigi e Claudio, anche loro affetti da questa  malattia,  che, oltre ad essere due  grandi amici, sono anche due bravi scrittori ed insieme con me presenteranno i loro brani.

Sono le 17:00,  mentre faccio gli ultimi preparativi per poter essere pronto.

Sento delle voci provenire dal corridoio: amici e parenti, poco per volta, arrivano a salutarmi, farmi gli auguri, complimentarsi  e scherzosamente prendermi  in  giro dicendomi:  adesso sì che diventi ricco!    Mi fanno ridere,  non sapendo che la mia parte del ricavato sarà tutto donato  alla struttura per  l’acquisto di un autolettiga.   Così, man mano,  arriva sempre più gente.

È   quasi l’ora e cominciamo ad incamminarci e rimanendo sempre in struttura arriviamo, per una piccola sosta, nella  saletta antecedente il grande salone per dare il tempo di fare accodare tutti gli intervenuti tranquillamente.  

Arriva così anche  il nostro turno, facciamo il nostro ingresso entrando uno per volta e ricevendo i nostri guadagnati applausi. 

Non mi aspettavo  tutte quelle persone: autorità,  gente  dello spettacolo, fotografi, giornalisti, personale medico e paramedico, amici e parenti riempiono il salone facendoci quasi sentire dei vip, delle star!  

Non mi aspettavo tutte quelle persone: autorità, gente dello spettacolo, fotografi, giornalisti, personale medico e paramedico, amici e parenti.

Non mi ero mai sentito così emozionato e  imbarazzato  contemporaneamente sentendomi osservato  da tutti.   Così  Riccardo-Michele,  che è  il nostro pranoterapeuta, cominciando a recitare un’Ave Maria  dà inizio al tanto  atteso evento.

Il nostro  Dottor Magnoni  inizia la presentazione

Poche parole facendo un  piccolo accenno del  testo;  poi  passa  la parola a due attori invitati  da Meridiana che cominciano a recitare  la prima parte del  testo che risulta ironica e simpatica.

Andrea Magnoni a sinistra insieme a Pippo. Magnoni, direttore sanitario della Meridiana, ha introdotto la presentazione del libro

Arrivano i primi applausi di gradimento. Tiro un sospiro di sollievo dicendomi:  meno male che almeno l’inizio è piaciuto, ben sapendo che il seguito del racconto, non ancora letto, è la parte più commovente e drammatica.

Mi domando: chissà se reggerò tutte quelle emozioni?

E così gli artisti riprendono  a leggere i miei brani arrivando piano piano nelle parti più sensibili, più delicate, più emozionanti anche per me che sono l’autore e che ben conosco tutto quello che ho scritto.

Trattengo il respiro cercando inutilmente di pensare  ad  altro per non commuovermi  per  le mie parole  che gli attori  con grande maestria stanno interpretando. 

Arrivati ad uno dei momenti più toccanti, quello della tragica diagnosi della malattia, non riesco più a trattenere  nel cuore le mie emozioni e come un  bambino comincio a piangere senza riuscire più a fermarmi.

Mentre mi dico:” bravo, bravo Pippo! adesso si che hai  veramente rovinato tutto!” vedo mia a moglie  alzarsi e venirmi incontro per abbracciarmi e piangere con me;  

mentre penso che oramai  tutto sia  perduto,  il pubblico, ormai entrato  nei miei sentimenti  e nelle mie emozioni,  mai avrei potuto immaginarlo, si alza in piedi e con un lungo applauso pieno di  commozione  mi fa capire d’avere gradito i miei i  brani che con tanta emozione avevo scritto.

Alla fine, mentre pieno di gioia mi godo gli applausi che gli invitati mi regalano riempiendomi di coraggio e caricandomi di adrenalina,  Claudio e Luigi entrano in scena per sentire recitare  i loro brani che con molto impegno e molta maestria hanno scritto. Claudio  con il suo brano,  molto bello riceve  anche lui la sua  dose di  meritati applausi. Ma mi spiace molto che il bravo Luigi,  per una indisposizione improvvisa, lascia il salone perdendosi la gioia, lui così sensibile, di ascoltare i suoi brani certamente interessanti.

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